venerdì 17 gennaio 2014

XIII - Memo #3


A Tartagal la Megera le aveva spiegato che anticamente le carte dovessero essere "attivate", affinchè dessero i giusti responsi, ma soprattutto perchè rispondessero al legittimo proprietario. Le carte erano per il cartomante un'estensione del proprio corpo e nessun'altro era autorizzato a maneggiarle. Per questo motivo le si custodiva gelosamente, lontano da occhi indiscreti e mistificatori.
Il primo Venerdì di Luna calante, tra le 23.00 e le 24.00, la Megera guidò Nerea nel ritirarsi in un luogo appartato dove era sicura non venisse disturbata. Alla luce di una candela viola le fece disporre le carte su un tavolo con le figure rivolte verso di se. Alla destra di lei mise un catino d'acqua dove preventivamente aveva messo a bagno alcuni petali di rosa e tre grani di sale- l'odore le rimase incastrato nelle narici per dei giorni.
A questo punto le occorreva concentrarsi e con le mani raccogliere tutte le impurità che le carte avevano assorbito durante la loro lavorazione per gettarle nel catino alla sua destra.
Spegneva la candela. Riponeva le carte in un sacchetto di stoffa nera e le riponeva in un luogo segreto, per poi gettare l'acqua sporca il più lontano possibile da lei.
La Megera le aveva in oltre ricordato delle regole importanti:
Primo: avere il massimo rispetto per l'opera che si sta per compiere.
Secondo: non accettare di fare divinazione per gioco o per sfida.
Terzo: non dare sentenze che potrebbero turbare l'equilibrio del consultante.
Quarto: ricordare che tutti possono essere dei cartomanti, ma non tutti sono veggenti, quindi bisogna essere parchi nel dare consigli.
Quinto: a domande precise si danno sempre risposte precise.
A Nerea questi erano sembrati consigli saggi e decise che li avrebbe sempre seguiti, ma tra i ventidue Arcani maggiori, ce n'era uno che la Megera non le aveva mai voluto spiegare. Era il tredicesimo, quello della Morte - l'Arcano senza nome.
- "Tu no está lista para leer esto. No le pida."
glie lo ripeteva ogni qual volta la sua curiosità era troppo grande per non venire a galla, ma quella sera non si sarebbe accontentata di una simile risposta. Così la Megera tornò indietro col catino vuoto, la fece accomodare su una panca e le afferrò le mani piccole tra le proprie, attraversate da mille rughe di consapevolezza e mistero per accingersi a raccontare: 

"El 13 y la Mala Suerte es una superstición antigua fuertemente arraigada en nuestra cultura. Había 13 personas en la Última Cena de Jesucristo y luego fue crucificado. Existen 13 espíritus del Mal. Es el signo del Cuervo. Los calendarios sólo tienen doce meses.  
En el tarot el número 13 significa Muerte. 
Y si un día le toca han leído esto el tarot, no lo hagas, porque a nadie le gusta saber que debía morir."


Aquí la mala suerte tiene un nombre. Y una cara, Bruja.



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